mercoledì 20 settembre 2017

L'ANGOLO DEL GATTOFILO: 











EDIZIONE SPECIALE:


Donatella Mascia, Quel gran signore del gatto Aldo,                                                Stefano Termanini Editore, Euro 15              

                 
                                                                 

Con grande piacere presentiamo questo nuovo libro di Donatella, che Vi proponiamo nell'ampia e particolare forma che esso merita.               

Anzitutto perchè, avendo già letto alcuni racconti suoi, siamo pronti a seguirla nell'appassionante lettura di un romanzo che ha per protagonista un gatto. Un gatto talmente speciale da tirare le fila della storia, riuscendo a tenere a bada i comprimari personaggi umani.

E poi perchè la scrittura, come al solito, brilla per sorveglianza compositiva, chiarezza, cura e pulizia espressiva, virtù rare di questi tempi, nei quali l'immediatezza e lo spontaneismo finiscono spesso in improvvisazione e volgarità.


Di tutto ciò si ha contezza fin dai primi 3 capitoli, che qui pubblichiamo per gentile concessione dell'autrice, consigliando però a tutti la lettura dell'intero, bellissimo romanzo.                                 

Vivissimi e meritati COMPLIMENTI da noi tutti!                                                          

www.donatellamascia.it

Fb: @masciadonatella


Aldo è un gatto ed è un gran signore. 

A spasso sui tetti d’ardesia del centro storico di Genova, il solo pensiero di Aldo è cercare piccoli doni da portare alla sua padrona Eugenia, maestra di pianoforte a riposo.  Lei gli ha dato una casa, è vero. E Aldo, volendo ricompensarla, da quel signore che è, le porta quasi ogni giorno pacchetti di sigarette. A Eugenia che il fumo lo odia! 

Un giorno, però, trova finalmente un regalo che potrebbe piacerle: un piccolo oggetto colorato. Una pennetta usb. L’ha presa a casa di Ciro, losco abitante di una mansarda, qualche tetto più in là. 

Oscar, l’allievo di Eugenia, per il solo scopo di restituirla al suo legittimo proprietario, quella pennetta ha pensato bene di inserirla nel suo pc. È così che ha capito che Aldo ha messo la zampa proprio in un gran brutto guaio, una storia pericolosa dove milioni e milioni di euro rimbalzano da una parte all’altra dell’Europa. Una storia per carabinieri e guardia di finanza, appunto, non certo per una maestra di pianoforte, uno studente, un anziano che ha conosciuto tempi migliori e… un gatto!



CURRICULUM VITAE dell'Autrice:

Donatella Mascia nasce a Genova nel 1949 da una famiglia di origine genovese-piemontese.
Si laurea in ingegneria con lode e dignità di stampa nel 1973 presso l’Università di Genova, dove svolge la carriera universitaria, appassionandosi alla ricerca nei settori delle costruzioni civile e navale.
Dal 1986 è professore di Costruzioni Navali presso la stessa università.
E’ autrice di numerose pubblicazioni scientifiche su rinomate riviste internazionali di settore.
Al contempo si dedica all’attività professionale nei campi dell’ingegneria civile ed infrastrutturale e pone la sua firma su importanti progetti, quali la Torre Cap, il Teatro Carlo Felice, i Magazzini del Cotone e molti altri. Attualmente è collaudatore statico delle opere della Diga di Venezia, il MOSE.
Esordisce con l’attività letteraria nel 2013, pubblicando il suo primo romanzo dal titolo “Magnifica Visione”, De Ferrari Editore, che risulta finalista nel concorso letterario nazionale Il Giovane Holden.
Nell’ottobre 2015  esce il suo secondo romanzo, intitolato “Lo spione di Piazza Leopardi” secondo classificato al Premio Letterario Città di Recco 2016, Menzione di merito nel premio internazionale di letteratura Terre di Liguria (premiazione 16/10/2016). Il romanzo è entrato nella rosa dei cinque finalisti al Premio Acquistoria 2016 nella sezione Romanzo storico, riceve la Menzione d’onore del Torneo Unicamilano 2016: “Premio culturale nazionale Carlo Emilio Gadda. Pubblica alcuni racconti, tra cui: “Il ritorno della Marchesa” finalista al premio letterario nazionale Streghe, vampiri &co, pubblicato sull’Antologia: Storie di Immaginaria realtà Vol.2 Giovane Holden Edizioni 2015, “Uno spirito dal pelo fulvo” 5° classificato al Premio internazionale Fantasticamente, editore Gunterberg#Lab (2016), pubblicato sull’Antologia Echi oltre confine, finalista al Premio letterario Città di Recco 2016.
Con i racconti  inediti “Un tesoro di cane” , “Il risveglio” e “Laurea ad honorem” entra nella rosa dei finalisti del Premio Letterario Mario Soldati.
Il suo nuovo romanzo, “Quel gran signore del gatto Aldo”, entra nei finalisti del Torneo letterario Ioscrittore, edizione 2016 (circa 3000 partecipanti); il manoscritto riceve dalla giuria del premio internazionale Italo Calvino la pregevole recensione che si allega.
Il romanzo viene pubblicato nel settembre 2017 dall’Editore Termanini.




Sinossi


Un materiale scottante viene alla luce grazie all’opera  di Aldo, gatto intraprendente e generoso che ama portare doni alla sua padrona, la signora Eugenia, maestra di pianoforte.

Aiutata dal giovane allievo Oscar, la signora Eugenia indaga.

Indaga la bella Laura, tenente della Guardia di finanza.

Indaga Gustavo Balestra, sottotenente dell’Arma dei carabinieri.


La vicenda si snoda tra appalti e truffe milionarie che coinvolgono il presidente di una banca, l’amministratore di una società di costruzioni e loschi figuri della criminalità organizzata.






      CAPITOLO 1°

      Gatto Aldo



La piazza di San Giorgio è silenziosa, ma a quell’ora del mattino come potrebbe essere diversamente? Le alte case del centro storico, una appoggiata contro l’altra, si affacciano sul piccolo slargo, delimitato da due chiese; una boccata di ossigeno in quell’agglomerato urbano fitto e compatto come un macigno denso di umanità ancora assopita. Solo il forno sull’angolo ha aperto i battenti, saranno sì e no le cinque.

La signora Eugenia si mette a sedere sul letto, infila i piedi scarni nelle pantofole di lana scozzese e si lascia scivolare giù dall’alto materasso. Ora è in piedi, qualche istante  per rimettersi in moto, segnando il passo, prima un piede, poi l’altro. Finalmente si sente pronta a partire, ad affrontare il percorso fino alla cucina. Si sa, le articolazioni non sono più quelle di una volta, la ruggine del tempo ci si è messa di mezzo  anno dopo anno e adesso sta veramente esagerando.

Si avvia, nel suo ampio camicione,  recuperando gradualmente un poco della dimestichezza dei tempi passati; Aldo la precede nella penombra,  la coda dritta, il miagolio possente.
-Aldo! Non ti mettere tra i piedi! Mi farai cadere - si lamenta la donna con tenerezza.
- Miao! - risponde la bestia.
- Hai fame eh! -
- Miao! -
Il micio piomba a quattro zampe sul piano di marmo della tavola e fa una piccola evoluzione mettendosi a pancia sotto.  Eugenia tende  verso di lui la mano ossuta e l’affonda nel morbido pelo grigio striato. Il micio prontamente si raddrizza, le lancia uno sguardo rapito e risponde mettendo in azione il motorino interno in segno di gradimento:
- Purrrr! Purrrr!-
- Eh Aldo mio, se non ci fossi tu! Vediamo, che cosa ti andrebbe di mangiare? Patè o bocconcini ? Ma guarda che buio, come si sono accorciate le giornate! Ah ecco, questo è pesce dell’oceano… Pacifico. Ti dovrebbe piacere.-
Così dicendo Eugenia individua una scatoletta con l’etichetta azzurro cielo, Aldo la fissa ansiosamente, la coda nervosa.
Eugenia travasa il “pesce dell’oceano” nella ciotola e la posa sulla tavola:
- Ecco qua, eccoti servito. -
Aldo comincia a mangiare di buona lena, leccando e sbocconcellando in modo alternato: un lavoro di fino che lascia il piatto vuoto in un attimo.
-Io questa Eugenia l’adoro! - pensa leccandosi i baffi.
Nella piccola cucina l’aroma del caffè si mischia all’aria frizzantina che proviene dalla finestra spalancata sulla vista del porto, nel limpido albeggiare settembrino.


CAPITOLO 2°

      L’incontro miracoloso

Aldo è il suo secondo nome, e per la verità non gli dispiace affatto, anzi si potrebbe affermare che ne va orgoglioso, decisamente meglio del primo. No, non si è chiamato sempre così; nel primo anno di vita si è dovuto godere l’indecoroso appellativo di Pussino. Ma la famiglia non era seria e  una sera, una sera di pioggia, tra l’altro, è stato messo alla porta e addio serenità e vitto assicurato.
Quando pensa alla sua esperienza di randagio gli vengono ancora i brividi, anche a distanza di quasi sette anni. Il ricordo più vivo è la paura! Rumori, grida, piedi,  inseguimenti, cani …topi! Certi topacci più grandi di lui. Il pelo gli si rizza sulla schiena, nel ricordo.
E poi, un giorno, giorno benedetto, l’incontro fortunato.
Stava mezzo fuori e mezzo dentro un’intercapedine; la parte dentro era trattenuta dal solito terrore del mondo, la parte fuori era spinta dall’assoluta necessità di mettere qualcosa dentro la pancia vuota. A completare il quadro un freddo becco che a Genova arriva soltanto con la tramontana; e la tramontana ci stava dando dentro parecchio quel pomeriggio. I suoi occhi seguivano i passanti, pochi visto il tempaccio, cercando di individuare il soggetto adatto, tipo una donna con la spesa, che magari fosse disposta a scovare nella borsa un bocconcino per lui.
Sembrava che girasse al peggio, il pelo era scosso dall’aria gelata e le forze cominciavano a difettare per il lungo digiuno.
Era stato allora che la figura esile della signora Eugenia aveva fatto la sua apparizione dal fondo del vicolo, verso la piazza di San Giorgio. Avanzava nella sua direzione a passo spedito, lasciandosi dietro uno scorcio di Porto.  Nonostante i capelli grigi aveva movenze giovanili; si teneva il cappotto stretto addosso per difendersi dal vento mentre con una mano annaspava nella borsetta. Giunta davanti al portoncino  di ferro battuto con tante borchie, aveva tirato fuori un mazzo di chiavi e si accingeva ad aprire.
-Ecco, questo è il momento- si era detto Pussino, oramai randagio da un pezzo, giocandosi il tutto per tutto, prima di cedere agli stenti. Aveva compiuto due passi,  emergendo completamente dal suo nascondiglio, aveva emesso un debole miagolio e paf, si era buttato a terra, esausto.
-Oh povero micio! Sembra morto.-
La signora Eugenia, lasciate cadere le chiavi sul selciato, si era diretta verso di lui.
Pussino aveva aperto un occhio, giusto per far sapere che respirava ancora. Poi si era sentito sollevare da terra ed avvolgere da un tepore profumato, nel quale si era abbandonato con gratitudine, dimentico di tutto.
I primi giorni nell’abitazione della signora Eugenia li aveva trascorsi a dormire di un sonno profondo come non gli capitava da tempo immemorabile, finalmente senza dover stare costantemente sul chi va là, con l’orecchio teso.
Quando si era finalmente  svegliato del tutto la signora gli aveva comunicato con solennità:
- Tu ti chiamerai Aldo, Aldo in memoria del mio povero marito Veraldo, che è mancato una settimana fa e se n’è volato in cielo, lasciandomi quaggiù, tutta sola e disperata. Sono sicura che sia stato lui a mandarti da me, affinché io trovassi un po’ di conforto e distrazione. -
Mentre parlava, la signora Eugenia guardava la fotografia in cornice posata sul pianoforte: un uomo giovane sorrideva in bianco e nero, con il viso messo di tre quarti. Lo stesso uomo, nell’altra cornice, abbracciava teneramente una giovane eterea in abito bianco, sicuramente la signora Eugenia, un bel po’ di anni prima.
- Sarà, ma io questo Aldo non so chi sia, io non conosco nessuno di nome Aldo! E tanto meno Veraldo- aveva pensato il micio - Però il nome mi piace e cercherò di portarlo con onore. Questa singolare teoria che mi avrebbe mandato lui, anche se mi pare improbabile, è certamente una buona cosa, molto buona!-
Lentamente, giorno dopo giorno, la  signora Eugenia e gatto Aldo avevano imparato a conoscersi ed a riprogrammare le abitudini in funzione l’uno dell’altro.


CAPITOLO 3°
      Gratitudine felina

I gatti, si sa, non è che siano tutti uguali. A parte il colore del pelo, che salta subito all’occhio anche ai più disattenti, a parte la immediata distinzione tra gatto a pelo lungo, piuttosto raro, e gatto a pelo corto, e di quella specie non ne mancano certo, a parte le differenze legate al sesso ed all’età, le sembianze sono davvero molteplici: faccia tonda, faccia allungata, gatto alto, gatto basso, gatto lungo, gatto corto, gatto slanciato, gatto traccagnotto, orecchie a punta, orecchie arrotondate, occhi orientali, occhi tondi, baffi folti, baffi radi, e si potrebbe andare avanti così ancora per molto. Poi ci sono i gatti di pelle bianca e quelli di pelle nera; fondamentalmente questa distinzione è facilitata dal colore del naso, tuttavia per essere ben certi è meglio controllare anche il colore dei cuscinetti delle zampe.
Ma le differenze di carattere…quelle sono davvero tanto variegate e complesse da rendere impossibile ogni classificazione.
Per quanto riguarda l’aspetto, ad un osservatore distratto Aldo si presenta come un tipo banale, quello che comunemente si chiama “gatto tigrato”, poco altro ci sarebbe da dire. Si potrebbe aggiungere un tocco di preziosità: pelo non proprio tigrato normale, bensì tigrato marmorizzato, molto…molto meno diffuso!
Ma quando se ne prenda in esame il carattere, come la signora Eugenia aveva potuto sperimentare durante i lunghi anni di convivenza, una prerogativa importante che lo caratterizza e contraddistingue c’è: Aldo è quello che si può definire un “gatto riconoscente”, dote assai rara tra gli uomini, molto meno rara tra i felini domestici.
Anche sulla riconoscenza gattesca e sui modi di esprimerla molto ci sarebbe da dire, potendo essa manifestarsi in modo implicito, e lì bisogna sapere vedere e interpretare, o in modo esplicito, e in tal caso risulta più semplice a riconoscersi.
Per la signora Eugenia era stato facile individuare fin dai primi tempi di conoscenza l’appartenenza di Aldo a quest’ultima categoria, l’esplicito. Con la prima sorpresina Aldo si era presentato, dandone l’annuncio con un richiamo modulato e accattivante, seguito da un paffete sordo: sul tappeto di cucina aveva  lasciato cadere un topolino stecchito ed era rimasto lì tutto tronfio, in attesa del doveroso complimento. Eugenia aveva lanciato  un grido inorridito, poi, afferrate paletta e scopa, con la faccia rivolta dall’altra parte, aveva raccolto il morticino e via, giù nella spazzatura.
-Ho capito! - aveva pensato Aldo, -non le piace! Ma come posso darle torto? Lo so bene io, che per un anno ho dovuto mangiare quella schifezza per sopravvivere. -
Aveva così provato con un’altra preda, anche più facile a trovarsi, su quell’innumerevole stesa di tetti su cui poteva compiere le sue scorribande, da mare a monte, con piccoli scatti da un parapetto all’altro, senza soluzione di continuità. La volta successiva si era presentato con uno di quegli uccellini invernali, con le piume colorate. Quello, lo sapeva, sarebbe stato solo un trofeo, non essendovi in mezzo al suo piumaggio, nulla da addentare.
-Oddio, povero pettirosso! - aveva esclamato la signora Eugenia. Aldo aveva capito subito che anche quella…non era cosa!
-E va beh! Proverò ancora! - si era detto, non ancora  rassegnato.
Così, saltando da un tetto all’altro alla ricerca di qualcosa di consono, era tornato un giorno portando tra i denti un pacchetto di sigarette. Certo, di sigarette dentro il pacchetto ce ne saranno state quattro o cinque al massimo…ma a caval donato…
Quella volta…ah i complimenti! Eh sì, quella volta la signora Eugenia si era prodigata in ringraziamenti, carezze, baci e abbracci.
-Oh Aldo, io veramente non fumo, ma questo tuo dono lo accetto davvero con piacere! Metterò il pacchetto qui sul mobile, nel caso arrivi qualche ospite fumatore. Non si sa mai!-
Così, da quel giorno, i pacchetti si erano via via accumulati sul ripiano, mezzi vuoti o mezzi pieni, di ogni marca e di ogni colore, qualcuno addirittura intonso, ancora avvolto nel cellophan.






1 commento:

  1. Con grande piacere presentiamo questo nuovo libro di Donatella, che Vi proponiamo nell'ampia e particolare forma che esso merita.
    Anzitutto perchè, avendo già letto alcuni racconti suoi, siamo pronti a seguirla nell'appassionante lettura di un romanzo che ha per protagonista un gatto. Un gatto talmente speciale da tirare le fila della storia, riuscendo a tenere a bada i comprimari personaggi umani.
    E poi perchè la scrittura, come al solito, brilla per sorveglianza compositiva, chiarezza, cura e pulizia espressiva, virtù rare di questi tempi, nei quali l'immediatezza e lo spontaneismo finiscono spesso in improvvisazione e volgarità.
    Di tutto ciò si ha contezza fin dai primi 3 capitoli, che qui pubblichiamo per gentile concessione dell'autrice, consigliando però a tutti la lettura dell'intero, bellissimo romanzo.
    Vivissimi e meritati COMPLIMENTI da noi tutti!

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