L'ANGOLO DEL GATTOFILO
Donatella Mascia
Proprio una stamberga quella in cui viveva, una stamberga con
la esse maiuscola, dove tutto era cadente. Ma a lei piaceva così; non era forse
lei stessa ridotta al lumicino? Si era rimpicciolita anno dopo anno e oramai
era talmente leggera che avrebbe potuto anche volare.
L’unica cosa che aveva continuato a crescere era il suo naso:
era diventato così grande da essere il suo orgoglio: “Nel naso non sono seconda
a nessuno” pensava osservando la sua immagine riflessa nel vetro della
finestra.
La sue mani rigide, con dita secche come bastoncini, si
muovevano indefesse. Doveva finire! Il tempo non lasciava respiro. Di lì a poco
sarebbe arrivato il gran giorno, anzi, ad essere precisi la grande notte, quella attesa di anno in
anno da tempo immemorabile.
Ago, filo, un fiocco rosa e turchino, ora le caramelle, il
carbone, qualche cioccolatino. Ecco fatto! Un’altra calza era pronta; sarebbe stata riposta nella grande cesta di
vimini assieme alle altre migliaia, in attesa della consegna.
Quando scese la notte il lavoro era finalmente concluso. Mise
allora la gerla sulle spalle, si strinse un fazzoletto di lana sul capo, afferrò
la scopa…e via, verso l’alto!
Il naso fendeva l’aria tagliente e il vento freddo penetrava
dappertutto, sotto il vestito svolazzante, ma lei non si curava, mentre alle
sue orecchie arrivavano le voci gioiose dei bimbi che, con gli sguardi rivolti
all’insù, tutti quanti, in coro, dicevano: “Grazie Befana”.
Questa decrepita e fors'anche un pò stanca Befana mi piace un sacco. Mi pare sia lo specchio di questi nostri non più magici tempi... tempi di telefonini e supermercati...non di favole...nè di sogni!
RispondiEliminaForse per questo la leggiamo tutta al passato questa lapidaria ed efficace storiella di Donatella Mascia... scritta con la consueta maestria e la finezza espressiva che ben conosciamo.