sabato 30 dicembre 2017

 Giacomo Leopardi    LE OPERETTE MORALI






23 - DIALOGO di un  VENDITORE d’ALMANACCHI
e di un PASSEGGERE


Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Sì signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo sì, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

BUON NATALE 2017

"COMMOSSO DA GESU’"  di Antonio Socci
(Da “Libero”, 17 dicembre 2017)


Non a caso è proprio colui che ha “inventato” il presepio il sublime poeta del Natale, il cantore dell’Incarnazione di Dio.

Nel testo che raccoglie le antiche testimonianze di frate Leone e degli altri suoi primi compagni (“nos qui cum eo fuimus”, noi che fummo con lui) e che va sotto il titolo di “Compilatio Assisiensis” (ne ha curato l’edizione Marino Bigaroni col titolo “La Compilazione di Assisi”) si legge:
“Francesco aveva per il Natale del Signore più devozione che per qualunque altra festività dell’anno, perché sebbene il Signore abbia operato la nostra salvezza nelle altre solennità, tuttavia è dal giorno in cui è nato per noi – diceva il beato Francesco – che si operò di salvarci. Ecco perché voleva che a Natale ogni cristiano esultasse nel Signore e che per amore di Lui, il quale ha dato a noi tutto se stesso, fosse largo e munifico con slancio e con gioia non solo verso i poveri ma anche verso gli animali e gli uccelli”.
L’annuncio del Natale – il Dono supremo che Dio fa agli uomini: Se stesso – fonda in Francesco questa “teologia del dono”, del donare a tutti (animali compresi) per celebrare la nascita di Gesù.
SORELLE ALLODOLE
Chiara Mercuri – che ha ricostruito la vita del santo su queste testimonianze (il suo libro è “Francesco d’Assisi. La storia negata”) – commenta: “Il Natale deve essere allora il giorno della gioia e dell’abbondanza per tutti. Solo se lo sarà per tutti, allora sarà Natale”.
E poi spiega come si dava compimento alla volontà di Francesco (un uomo – va ricordato – che ogni anno si sottoponeva a “quaresime” terribili, digiunando per settimane):
“Si mangeranno cibi ricchi, rari, di solito assenti dalla mensa dei frati, come la carne, i formaggi stagionati, il vino, l’olio, il lardo e la frutta fresca. Mendicanti, contadini, medici, notai, nobili si uniranno alla mensa dei frati per festeggiare con loro, e le donne faranno portare ai frati e ai poveri che gli vivono accanto torte di mandorle e miele, mostaccioli, frittelle cosparse di acqua di rosa, rotoli di pasta dolce ripieni di mele, di uva, di noci e cannella, e biscotti all’anice e pan pepato”.
Insomma – conclude la Mercuri – “ognuno dovrà sforzarsi in questo giorno di essere ‘il Natale’ di qualcun altro, senza dimenticare nessuno, nessuna creatura vivente”.
Francesco arriva fino al punto di voler coinvolgere nella festa e nell’abbondanza anche le sue amate allodole (che – diceva – cantano in cielo la lode di Dio) e tutti gli animali.
“Noi che siamo vissuti con Francesco” scrivevano i suoi primi frati “attestiamo di averlo sentito dire più volte: ‘Se un giorno parlerò con l’imperatore, lo supplicherò che per amore di Dio e per la mia implorazione, emani un editto affinché nessun uomo catturi le sorelle allodole o faccia loro del male. E inoltre, che tutti i podestà delle città e i signori dei castelli e dei villaggi, siano tenuti ogni anno, nel giorno della Natività del Signore, a costringere gli uomini a gettare frumento e altri grani per le vie fuori dalle città e dai borghi fortificati, affinché abbiano da mangiare, soprattutto le sorelle allodole e gli uccelli, in un giorno tanto solenne. E per reverenza verso il Figlio di Dio, che in quella notte la madre adagiò tra il bue e l’asino, ogni uomo, in quella notte, dia abbastanza da mangiare ai fratelli buoi e asini. E allo stesso modo, nella Natività del Signore, tutti i poveri siano saziati in abbondanza dai ricchi”.
LA POESIA DI FRATE FRANCESCO
Come si vede il nostro modo di vivere il Natale (presepio, regali, gesti di carità e solidarietà e tavole imbandite) è quello voluto da san Francesco. Il famoso “spirito del Natale” (al di là dei personaggi di Charles Dickens) nasce da qui.
Il santo di Assisi ci ricorda che la felicità sta nel donare, nel rendere felici gli altri, perché tutte le cose più importanti della nostra esistenza sono stati doni gratuiti: anzitutto la vita stessa, poi il creato, il cielo, la terra, il mare, quindi l’amore, ma soprattutto la salvezza.
Perché Dio stesso si è donato gratuitamente a noi, si è fatto uomo, si è fatto uccidere, ha pagato per noi, per riscattarci dal male, ed è risorto. Ed ha insegnato: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).
Il dono è la logica di Dio. I giorni di Natale non sono un’anomalia, ma la vita come dovrebbe essere sempre. Capito mister Scrooge?
.




Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale



La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale è stata sottoscritta il 15 ottobre 1978 presso la sede dell'UNESCO a Parigi.

Preambolo
  • Considerato che ogni animale ha dei diritti;
  • Considerato che il riconoscimento ed il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l'uomo a commettere dei crimini contro la natura e contro gli animali;
  • Considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza della specie nel mondo;
  • Considerato che genocidi sono perpetrati dall'uomo e altri ancora se ne minacciano;
  • Considerato che il rispetto degli animali da parte dell'uomo è legato al rispetto degli uomini tra loro;
  • Considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.

Articolo 1

Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza.

Articolo 2

a) Ogni animale ha diritto al rispetto.
b) L'uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali.
c) Ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure e alla protezione dell'uomo.

Articolo 3

a) Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli.
b) Se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, né angoscia.

Articolo 4

a) Ogni animale che appartiene ad una specie selvaggia ha il diritto a vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico e ha il diritto di riprodursi.
b) Ogni privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto.

Articolo 5

a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha il diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie.
b) Ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto.

Articolo 6

a) Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevità.
b) L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.

Articolo 7

Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di durata e intensità di lavoro, ad un'alimentazione adeguata e al riposo.

Articolo 8

a) La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale.

Articolo 9

Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione, deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà e dolore.

Articolo 10

a) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell'uomo.
b) Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell'animale.

Articolo 11

Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.

Articolo 12

a) Ogni atto che comporti l'uccisione di un numero di animali selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie.
b) L'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturale portano al genocidio.

Articolo 13

a) L'animale morto deve essere trattato con rispetto.
b) Le scene di violenza di cui animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione, a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale.

Articolo 14

a) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono essere rappresentate a livello governativo.
b) I diritti dell'animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo.



Osservazioni

La convivenza con gli animali ha origini antichissime. Venerati come divinità dalle civiltà più antiche o addomesticati per esigenze pratiche, gli animali sono da sempre al fianco del genere umano.
Nel corso dei secoli, attraverso una graduale presa di coscienza, l’uomo ha saputo riconoscere negli animali non solo una fonte di nutrimento e di servizi, ma anche preziosi e inseparabili compagni della propria esistenza a cui garantire adeguate condizioni di vita e di tutela. 
Con l’era moderna l’importanza degli animali è stata accolta anche dal Diritto. Già nel 1641 la Corte Generale del Massachussettes sanciva, con la prima norma (parziale) per la protezione degli animali, che: "nessun uomo può esercitare alcuna tirannia o crudeltà verso gli animali tenuti dall'uomo per il proprio utilizzo".
Nel XX secolo il problema della tutela della vita animale all’interno della società è arrivato a sollevare un ampio dibattito che, in tutto il mondo, ha coinvolto scienziati, umanisti, giuristi, sociologi e politici. Si è giunti in questo modo alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale, proclamata il 15 ottobre 1978 nella sede dell'Unesco a Parigi, primo provvedimento internazionale che educa al rispetto di ogni forma di vita. Anche se il Documento non ha alcun valore sul piano giuridico-legislativo, rappresenta una dichiarazione di intenti e un’assunzione di responsabilità ineludibile da parte dell’uomo nei confronti degli animali.
Da allora, nel mondo occidentale, si sono moltiplicate le disposizioni normative per il benessere degli animali. Gli anni ’70 hanno visto in particolare l’Europa avviare un percorso culturale e legislativo in questa direzione.
Il benessere in relazione agli animali può essere definito come “lo stato di completa sanità fisica e mentale che consente all’animale di vivere in armonia con il suo ambiente” (definizione OMS/Hughes 1976). Per garantire questo è necessario che vengano assicurati almeno i bisogni essenziali, individuati nelle cinque libertà contenute nel Brambell Report del 1965.
  1. Libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione, mediante il facile accesso all'acqua fresca e a una dieta in grado di favorire lo stato di salute;
  2. Libertà di avere un ambiente fisico adeguato, comprendente ricoveri e una zona di riposo confortevole;
  3. Libertà da malattie, ferite e traumi, attraverso la prevenzione o la rapida diagnosi e la pronta terapia;
  4. Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche, fornendo spazio sufficiente, locali appropriati e la compagnia di altri soggetti della stessa specie;
  5. Libertà dal timore, assicurando condizioni che evitino sofferenza mentale.
Anche il Consiglio d’Europa ha rivolto la sua attenzione alla protezione degli animali siglando numerose Convenzioni per la loro tutela (animali da compagnia, trasporto, allevamento, macellazione, sperimentazione ecc.)
Il 13 dicembre 2007, con il Trattato di Lisbona, l’Unione Europea ha, inoltre, riconosciuto la natura degli animali quali esseri senzienti. All’articolo 13 si legge: Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell'Unione nei settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale
Il Trattato impegna gli Stati Membri a garantire agli animali una condizione di benessere che va oltre le loro esigenze fisiologiche ed etologiche, comprendendo anche una dimensione morale, in quanto gli animali sono dotati di sensibilità e come l’uomo possono provare sofferenza e dolore.
Su questi principi si basa anche la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, firmata a Strasburgo il 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la Legge 201 del 2010.
Proprio nel nostro Paese abbiamo assistito all’emanazione di norme volte alla tutela degli animali d’affezione (non armonizzate a livello comunitario se non per alcuni aspetti commerciali, come nel caso del regolamento di divieto di commercializzazione di pellicce di cani e di gatti), basate sulla diversa concezione della relazione uomo - animali d’affezione e su un approccio più etico, senza ovviamente tralasciare gli aspetti legati alla prevenzione delle zoonosi e i rischi per l’incolumità pubblica.
Un cambiamento radicale è stato segnato dalla Legge quadro in materia di tutela degli animali d’affezione e lotta al randagismo del 14 agosto 1991, n. 281 che ha sancito un principio fondamentale: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro gli stessi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
L’Italia è stato il primo Paese al mondo ad affermare tale principio riconoscendo ai cani e gatti randagi il diritto alla vita e alla tutela. La grande innovazione, infatti, consiste nel divieto di soppressione di cani e gatti randagi, fatta eccezione per i soggetti gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità. Sono stati, inoltre, individuati i compiti e le responsabilità delle diverse Istituzioni coinvolte nella gestione del randagismo.
Un passo in avanti ulteriore è stato fatto con l’Accordo del 6 febbraio 2003, siglato in sede di Conferenza Stato Regioni, tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e recepito con DPCM 28 febbraio 2003. Sulla base della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, l’accordo definisce alcuni principi fondamentali per una maggiore e più corretta relazione tra l’uomo e gli animali da compagnia. Si parla di possesso consapevole, di come evitare che siano utilizzati in modo riprovevole e di favorire lo sviluppo di una cultura di rispetto anche nell’ambito delle realtà terapeutiche innovative come la pet-therapy.

In base all’Accordo chiunque conviva con un animale d’affezione o abbia accettato di occuparsene, è responsabile della sua salute e del suo benessere, deve provvedere alla sua sistemazione e a fornirgli adeguate cure e attenzioni, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici, secondo l'età, il sesso, la specie e la razza.
In particolare deve:
  1. rifornirlo di cibo e di acqua in quantità sufficiente e con tempistica adeguata;
  2. assicurargli le necessarie cure sanitarie ed un adeguato livello di benessere fisico ed etologico;
  3. consentirgli un'adeguata possibilità di esercizio fisico;
  4. prendere ogni possibile precauzione per impedirne la fuga;
  5. garantire la tutela di terzi da aggressioni;
  6. assicurare la regolare pulizia degli spazi di dimora.




giovedì 21 dicembre 2017

L'ANGOLO DEL GATTOFILO


Una fiaba di Natale per amici grandi e piccini

di DONATELLA MASCIA


Il ripetente

I muscoli sono contratti, pronti allo slancio, le orecchie tese, per cogliere il segnale. Eccolo finalmente! Il trillo della campanella fende l’aria. In un balzo salto fuori dal banco, trascinando con me lo zainetto scendo a rotta di collo le scale, in mezzo alla folla dei compagni. Non lo voglio incontrare quello!  
-Piano bambini…piano! - grida la maestra.
Raggiungo il cortile. Lui è già lì ad aspettarmi. Mi fissa con sguardo malevolo,  un ghigno gli increspa le labbra. Il berrettino di tela con la visiera all’incontrario lascia sfuggire stoppose ciocche biondastre, il cavallo dei  jeans  strappati gli sfiora le ginocchia. Ha lasciato cadere a terra la sacca, ma tiene stretto tra le mani il manico di tela, con noncuranza.
-Quanta fretta! Dove corri nanetto? - La voce non è da uomo, piuttosto da cornacchia.
Con tutta la grinta di cui sono capace rispondo:
-Non sono affari tuoi, fammi passare! -
Mi si para davanti sbarrandomi la strada; tira fuori dal giubbotto una sigaretta, se la infila tra le labbra sottili e l’accende.
- Aspetta! Ti devo parlare! -
Parlare? a Me? Che vuole da me il ripetente?
- Non posso. Ho da fare ora! -
- Ah sì? Sei sicuro? - Mi afferra un orecchio e me lo torce. Una pioggia di spilli mi trafigge la tempia.
Con una parvenza di dignità gli rispondo:
-Dimmi, che vuoi? -
Lui molla la presa.
- Domani mi devi portare venti euro! Anzi no! Facciamo cinquanta! -
- Ma io non li ho cinquanta euro! Dove me li prendo tutti quei soldi? -
Mi esce dalla gola un tono supplichevole. E’ fatta, mi dico; ora sono perduto!  
- Perché non li chiedi a Babbo Natale? - dice lui sghignazzando, - Tu ci credi vero a Babbo Natale? -
Improvvisamente sento una stilettata dritta al cuore. Che significa “tu ci credi a Babbo Natale”? Certo che ci credo!
- Per chi mi prendi? Per un neonato? Certo che non credo a Babbo Natale! - rispondo con il tono più indignato di cui sono capace.
- Appunto. Volevo ben dire! Allora domani qui! Ah…e non ti presentare senza il cinquantone! -
Il ripetente si allontana, molleggiandosi sulle gambe secche.
Io sono senza respiro. I miei polmoni si devono essere improvvisamente seccati, l’aria non passa più. Morirò sull’ultimo gradino della scuola, penso. Babbo Natale sarà offeso. L’ho rinnegato! Ho tradito l’amico di tutti i bambini.



L’uomo in rosso

Mi dirigo verso casa come un automa. Mi sento come se avessi trangugiato un macigno. Se davvero Babbo Natale non esistesse? Se il ripetente avesse ragione? Ma no, ma no! Com’è possibile? I regali allora? La slitta, le renne e tutto il resto? Un’invenzione? Cavolo pero!|
Nel cammino verso casa non bado alle luci, agli alberi decorati, alle coccarde. Tutte cose che sempre mi hanno dato allegria. Ora non vi presto attenzione. Adesso le cose sono cambiate, non è mica più come prima! Metto i piedi l’uno davanti all’altro. Vedo le punte delle scarpe muoversi davanti a me. Chi me lo assicura che quelli siano proprio i miei piedi?
All’ingresso di un supermercato lo vedo. E’ Lui! E’ Babbo Natale! Ah ecco, allora esiste! Lo dicevo io! Il ripetente mi ha voluto ingannare, ma io non ci sono cascato. Riprendo il percorso trotterellando e penso: diavolo di un ripetente!
Però il rosicchio resta, mi sento nella testa un ronzio di api, il bisbiglio fastidioso del dubbio! Devo vederci chiaro, penso, devo andare in fondo a questa vicenda, una volta per tutte. Giro sui tacchi e torno verso il supermercato. Mi nascondo nel portone di fronte all’ingresso e osservo l’uomo vestito di rosso, con la lunga barba bianca. Se ne sta seduto con una campanella in mano; di tanto in tanto le dà una scrollata con aria fiacca.
E’ stanco,  mi dico, con tutto il da fare di questi giorni! Mi viene in mente mio padre; lui è commercialista e in certi momenti dell’anno neanche gli puoi parlare. Mamma dice: “Ha la scadenza! Lascialo stare!” Anche Babbo Natale ha la scadenza, accidenti che scadenza!
Me ne resto nascosto nella penombra a guardare. Fa freddo. Mi calo il berretto di lana sulle orecchie. Le mani le metto nelle tasche. Batto i piedi sul gradino, prima l’uno poi l’altro. Così va meglio.
Intanto l’uomo in rosso (nel dubbio ho deciso di chiamarlo così) inizia a distribuire foglietti a chi entra. Che cosa ci sarà scritto? Di tanto in tanto qualche bambino timoroso gli si avvicina, lui gli allunga una carezza. Pare che sorrida, ma con tutta quella barba…difficile vedergli le labbra. E poi è lontano, dall’altra parte della strada.


Il pedinamento

Ad un tratto l’uomo in rosso si alza, si gira a recuperare lo sgabello su cui stava seduto, lo ripiega e se lo mette sotto il braccio.  Infila in un tascone la campanella e si avvia a piedi verso l’incrocio. Viene verso di me! Oddio! Mi avrà visto mentre lo spiavo! E’ buio, non può avermi visto. Eh ma se fosse magico? Istintivamente mi ritraggo. L’uomo in rosso attraversa la strada, mi passa davanti e si allontana.
Se ne sta andando! Che faccio? E’ tardi, mamma sarà in pena. Mi spiace mamma, ma c’è la giusta causa, devo togliermi ogni dubbio. Senza più esitare mi metto alle sue calcagna. Cammina di buon passo sul marciapiede, con passo agile. Sì, è vecchio penso, ha più di cento anni, cento? Mille forse,  eppure cammina spedito. Ecco una dimostrazione che è proprio lui, lui con tutta la sua magia. Mi accorgo che si sta facendo buio, lui davanti, io dietro alla debita distanza per non essere visto, ci dirigiamo verso la periferia. Le luci si fanno meno abbaglianti, i festoni più rari. Ad un tratto si ferma, e io con lui. Arriva in lontananza un autobus, lui alza il braccio, vedo la manica rossa con il bordo bianco di pelliccia. L’autobus rallenta e si ferma. Che faccio? Salgo? Non salgo? Salgo!
L’autobus riprende il suo tragitto. L’uomo in rosso si fa largo tra la folla, io resto indietro e lo osservo di striscio. Non dovrebbe avere la slitta? Certo, mi dico, ma non può mica andare in mezzo alla gente con quella! Non c’è neppure la neve! La slitta la usa per le consegne, quando fa il giro del mondo in una notte. Ma ora sta solo perlustrando, e quando si perlustra…si perlustra.
A mano a mano che ci si allontana dal centro l’autobus si svuota ed io lo posso osservare sempre meglio. Si è seduto in prima fila, a fianco del conducente e guarda dritto davanti a sé, assorto nei suoi pensieri. Dovrà decidere i regali, penso. Dovrà stabilire quali sono i bambini  buoni e quali i cattivi; mica facile! O per lo meno, con quelli come il ripetente è facile, quello è cattivo e basta. Ma ci sono casi  che…mica detto eh! Penso alla frase che ripete sempre il nonno: “quello è un sepolcro imbiancato” . Che vuol dire? Spiegazione: vuol dire che sembra in un modo ed è in un altro. Non ce l’ho proprio chiaro, ma penso che faccia al caso mio.
Alla fermata scendono tutti, tutti quanti tranne lui, e io naturalmente. Ora lo vedo proprio bene: ha uno strappo nella manica e la pelliccia bianca non è proprio pelliccia, sembra piuttosto bambagia, quella bambagia ingiallita che ho visto fare capolino da un vecchio cuscino della casa di campagna.
L’uomo in rosso si gira e mi fissa per un attimo,  sento le gambe tremare, poi infila la mano sotto la giacca e tira fuori una bottiglietta, da cui beve avidamente. Ha sete, ovvio! Si asciuga la barba con il dorso della mano e posa la bottiglietta sul sedile. Ma è birra! Birra? Birra! Certo, mi dico, Babbo natale viene dal nord e al nord si sa, bevono birra, mica vino. Allora è proprio lui!
L’autobus arriva su una grande piazza buia, compie il giro, si ferma. Il conducente spegne il motore. I fari restano accesi, illuminano una casa misera, con luci fioche alle finestre. L’uomo in rosso scende  e sparisce inghiottito dal marciapiede buio.
L’autista si alza, sta per scendere quando si accorge di me.
- Siamo al capolinea! Perché non vai a casa? - mi dice burbero.
- Ecco… veramente la mia fermata era prima. Mi sono addormentato! -
Sorride. Mi schiaccia l’occhio in segno d’intesa. Avrà capito?
- Non ti allontanare, tra sette minuti si riparte. - poi salta giù dal bus con una giravolta e si accende una sigaretta.
Dal finestrino appannato vedo l’uomo in rosso dirigersi verso la bicocca. Scendo e lo seguo, tenendomi lontano dal fascio di luce.
Avrà la slitta parcheggiata là dietro, penso. Certo la deve tenere ben nascosta!  Dopo pochi passi si ferma, infila una mano nella tasca e tira fuori qualcosa, ma che cosa? Porta l’oggetto  alle labbra, un fischio acuto lacera l’aria.
Il mio cuore si ferma. Certo,  il fischio sarà per chiamare le renne! Guardo verso l’alto, sicuro di vederle arrivare, con la slitta e tutto il resto, ma il cielo resta buio.
In compenso, proprio sopra la mia testa si apre una finestra, una donna  si affaccia e sbraita nel buio:
- Ti sei di nuovo dimenticato le chiavi! Vecchio rimbambito! -
Un  tintinnio metallico e un rimbalzo, poi lo sbattere della finestra che si chiude.
Dal mio appostamento vedo l’uomo in rosso chinarsi, raccogliere la cosa lanciata dalla donna,  avvicinarsi alla porta, aprirla e sparire all’interno.
Babbo natale … vecchio rimbambito! Vecchio …è vecchio ma…
Me ne resto immobile a fissare la porta appena sbattuta, senza potermi raccapezzare, quando sento in lontananza  il motore dell’autobus avviarsi; torno indietro a rotta di collo e balzo su appena in tempo, prima  che si rimette in marcia.
L’autista mi guarda e ammicca di nuovo:
 - Ragazzo! - dice - ragazzo mio, con i sogni non si scherza! -
Non so che rispondere, faccio finta di niente e mi vado a sistemare in fondo al pullman.
Le renne? Ma quali  renne? Aveva ragione lui,  il ripetente!  Babbo natale! Pfui!  Babbo Natale non è  altro che…un vecchio rimbambito, un vecchio rimbambito che beve birra e dimentica le chiavi!


Il dubbio

Eccolo lì il ripetente, con la sua aria strafottente; speravo di non incontrarlo più, ma figurarsi! Sta impalato sulla porta con i suoi jeans tutti stracciati, pronto a sbarrarmi la strada. Io i cinquanta euro non li ho; che gli dico adesso? Mi guardo attorno, alla ricerca di una via di scampo, ma non ho scelta, allora gli vado incontro deciso:
 - Non te li posso dare i cinquanta euro - gli grido in faccia - e lo sai perché? -
Lui mi guarda, stupito; è chiaro che l’ho preso in contropiede, quindi incalzo:
- Lo vuoi sapere perché? Perché Babbo Natale non esiste! Quello seduto là fuori non è Babbo Natale! Quello là fuori…- urlo - quello là fuori…è un vecchio rimbambito! -
Scappo via di corsa, sono turbato e il sangue mi pulsa sulle tempie.
Appena  girato l’angolo mi fermo ansimando e mi apposto dietro il muretto; voglio vedere che cosa fa il ripetente adesso.
Lui raccoglie lo zaino con rabbia e si dirige verso il supermercato, ma quando arriva all’incrocio si blocca. Ora sta fissando l’ingresso, anzi sta fissando lui, l’uomo in rosso, quello seduto sullo sgabello, con il campanello in mano.  Il ripetente si imbosca  nel portone di fronte, lo stesso portone dove mi ero nascosto io il giorno prima. Solo un giorno è passato, ma pare un’eternità. Quante cose sono successe in un giorno! Quante cose sono cambiate! Quello seduto laggiù, l’uomo in rosso, fino a poche ore prima il solo vederlo mi scatenava nel cuore ansia, paura, curiosità, commozione, tutto assieme, da mozzare il fiato in gola. E adesso? Adesso lo guardo e provo solo una gran pena; non è che un povero vecchio rimbambito, null’altro!
Ma che fa? Si alza? Entra nel supermercato?  Ah no, ecco, è tornato, s’infila qualcosa in tasca, raccoglie lo sgabello e si avvia verso la fermata del bus.  Il ripetente attraversa la strada e si mette a seguirlo, io dietro. Perché lo segue? Che cosa può volere il ripetente da lui? Percorriamo il breve tragitto uno dietro l’altro sul marciapiede ghiacciato. L’uomo in rosso infila una mano nel tascone, tira fuori un fazzoletto bianco e lo porta verso il grosso naso immerso nella bambagia.
Assieme al fazzoletto esce dalla tasca un foglio, che sollevato dal vento si libra nell’aria, fa una giravolta e si posa al suolo. Non vorrei sbagliare, ma… cavolo! E’ proprio un bigliettone da cinquanta euro! La banconota si alza di nuovo e dopo avere compiuto qualche altra piroetta,  va a sbattere proprio sulla faccia del ripetente. No! Non ci posso credere! Il ripetente l’afferra, la guarda incredulo, guarda l’uomo in rosso mentre sale sul bus,  e  sorridendo s’infila  i cinquanta euro in tasca. Lo osservo mentre si allontana saltellando,  nonostante il cavallo basso dei jeans non lo favorisca nei movimenti.
E’ ora di tornare, penso, e mi avvio verso casa.



La vigilia

Ancora lui, il ripetente! Sta appoggiato al muretto e guarda verso di me. Mentre gli vado incontro mi pare che mi sorrida; devo avere proprio le traveggole! Sgrano gli occhi incredulo, gli angoli delle sue labbra hanno perduto la piega dura della cattiveria e girano in su: se non è un sorriso quello!
Mi fermo davanti a lui, imbarazzato. Tiene stretto in una mano il manico di una valigetta di cartoncino colorato di rosso, con i bordi dorati. 
- Senti nanetto  - dice con tono quasi amichevole - sono venuto solo per dirti una cosa. -
Io sto sulle mie, chi si  fida di quello?
- Ah sì?  Sentiamo! - controbatto con tono scettico.
- Guarda che ti sbagli! Non è come pensi e ora  io te lo dimostro!-
Così dicendo mi mostra la valigetta di cartone, la apre e me la mette sotto il naso, con orgoglio. All’interno una quantità di pastelli, pennelli, matite, gomme, ciascuno nel suo scomparto, in ordine perfetto.
Ammirato da una simile attrezzatura sollevo lo sguardo e mi accorgo che i suoi occhi scintillano.
- Tieni! Questo l’ho fatto per te! - e mi porge un cartoncino rigido, grande non più di un quaderno.
Poi afferra la sua valigetta nuova, piena di matite colorate e se ne va  con aria tronfia.
Lo osservo mentre si allontana, quando improvvisamente si gira e mi grida:
- Buon Natale! -
Lo saluto con la mano e contemplo il foglio che mi ha appena messo tra le mani. E’ un disegno, rappresenta Babbo Natale, ma, a ben vedere non un Babbo Natale qualsiasi! Io lo riconosco! Sono sicuro, è proprio lui, l’uomo in rosso!
Diavolo di un Babbo Natale!



Buon Natale 2017 da Donatella Mascia






lunedì 4 dicembre 2017





Il COMANDO dei CARABINIERI PER LA TUTELA DELL`AMBIENTE d'intesa con il Ministero dell'Ambiente mette a disposizione un NUMERO VERDE 800-253608 
per segnalare emergenze legate ad ABBANDONI o MALTRATTAMENTI DI ANIMALI.
L`intervento del Comando dei Carabinieri può essere sollecitato anche attraverso indirizzo e-mail:  cctass@carabinieri.it . allegando un eventuale documentazione fotografica. 

lunedì 27 novembre 2017

PRIMO RAPPORTO SUGLI ANIMALI E LE COLONIE  FELINE CENSITE NEL COMUNE DI BORGOSATOLLO

                               2018                                      


Diritti degli animali e STATO DI FATTO


Parte Seconda

LO STATO DI FATTO

a cura di
Andrea Muzzolini e Giovanni Portesi

INDICE:

1. Borgosatollo valutato da Legambiente
2. Borgosatollo valutato da A-mici di Romeo
3. Osservatorio degli animali di casa
4. Monitoraggio dei gatti di strada/colonia


1.  Borgosatollo valutato da Legambiente

BORGOSATOLLO figura nell'ultimo VI Rapporto Nazionale 2017 di LEGAMBIENTE sul trattamento e la gestione degli animali nelle città e paesi italiani con la seguente dicitura:

Performance negativa per mancanza di informazione da assenza di risposta

L'indagine era rivolta ai Comuni ed alle ATS Veterinarie, onde valutare la loro performance complessiva sulla base di 8 tipologie (da negativa-pessima a ottima-eccellente) di punteggi e parametri relativi a  4 macro-aree: 
1a.Quadro delle regole: convenzioni con le associazioni, regolamenti...
2a.Risorse spese e Risultati ottenuti
3a.Organizzazione e Servizi: ufficio tutela animali, strutture di ricovero..
4a.Controlli anche attraverso le associazioni operanti sul territorio.

Aggiungo che la maggior parte dei Comuni bresciani è valutata male,  salvo la buona performance dell'ATS Veterinaria di Brescia.      

Tra le regioni italiane, la Lombardia ha un alto numero di città e paesi monitorati, ma è in coda quanto a valutazione complessiva, generalmente scarsa o pessima, salvo l'ottimo caso di Peschiera Borromeo e pochi altri, dove la collaborazione in atto tra istituzioni ed associazioni evidentemente sta dando i suoi frutti.



2.  Borgosatollo valutato da A-mici di Romeo

Così stando le cose, questo che in sintesi presenterò è il 1° Rapporto sullo stato di fatto degli animali a Borgosatollo.

Non ci siamo avvalsi dei criteri nè dei punteggi di Legambiente, limitandoci a rilevare che:

--Non risultano Regolamenti Comunali specifici...ci sono regole inserite nel generale Regolamento di Polizia Urbana del 28/11/2011:

 Mantenimento, protezione e tutela degli animali
Art. 39 - Custodia, nutrizione, cura e ricovero degli animali
Art. 40 - Rapporti con i cani
Art. 41 - Mantenimento dei cani
Art. 42 - Rapporti con i gatti
Art. 43 - Animali randagi
Art. 44 - Esposizione di animali
Art. 45 - Spettacoli vietati
Art. 46 - Pratiche vietate
Art. 47 - Trasporto di animali su mezzi pubblici.

--E' attiva una Convenzione con la Clinica del cane San Francesco di Brescia  per il ricovero di animali catturati o raccolti...ai sensi dell'art. 107 della L.R. n.15/2016.

--Non risultano Convenzioni con Associazioni.

--Non sappiamo di Risorse spese e Risultati ottenuti ...fatta salva la quota annuale versata alla Clinica del cane.

--Non ci sono Servizi tipo: ufficio tutela animali di casa e di colonia, strutture quali gattili, oasi feline...

--Non sappiamo di eventuali Controlli.

In tale situazione, i nostri criteri conoscitivi non potevano che essere

1°. l'osservazione quotidiana... 
2°. le segnalazioni ricevute dalla gente... 
3°. le periodiche visite fatte ai gatti  di strada e in colonia...

La nostra indagine pertanto si è dotata di due principali strumenti:

1°. L'osservatorio degli animali di casa: dati, episodi...
2°. Il monitoraggio degli animali di strada: dati, mappa colonie feline... 


3.  Osservatorio degli animali di casa

Parto da un dato: la detenzione di cani e gatti è andata crescendo negli ultimi anni, ma a questo visibile incremento non è seguita una corrispondente crescita in termini di educazione e rispetto: 
tanta buona volontà insomma non ha generato la necessaria cultura animale della popolazione.

Più volte infatti siamo dovuti intervenire in situazioni di maleducazione ed anche di illegalità.

Mi riferisco, ad esempio, 
alla brutta abitudine di lasciare cani liberi nelle aree pubbliche
a non raccogliere e pulire dove sporcano, 
a consentire persino episodi d'aggressione ad altri animali e persone.

Si veda il nostro ESPOSTO alla Polizia locale 7 Luglio 2017:.

A proposito di CANI LASCIATI LIBERI...

Pervengono a questa Associazione e da molto tempo numerose segnalazioni relative al diffuso fenomeno di qualche superficiale o irresponsabile proprietario che libera il cane, se non i cani, in spazi pubblici aperti, specialmente nel PARCO 1° MAGGIO prospiciente il Comune e presso Via Vivaldi-LAGHETTO DEL CIGNO. In particolare, in queste 2 aree, si sono registrati episodi di aggressione dei cani nei confronti di gatti presenti nelle Colonie Feline ivi allocate e, in qualche caso, si è dovuto ricorrere ai farmaci ed alle cure veterinarie.                                                      Più gravi gli episodi presso il Laghetto del Cigno, dove vari gatti di colonia sono stati aggrediti ed alcuni anche soppressi. Ma uno spicca su tutti: l'aggressione ad una Signora del posto che passeggiava in zona con il suo anziano cagnolino, "Miglio", conclusosi con il ferimento della donna e l'uccisione di Miglio.

Non è dovere nostro denunciare fatti che ci sono stati raccontati ma a cui non abbiamo assistito, è nostro compito però segnalare alla cittadinanza ed alle autorità competenti che il problema, già noto da tempo, si sta aggravando,  e per 2 ragioni:  sia perchè si è alzato il tasso di inciviltà generale, sia perchè l'attività di prevenzione e controllo finora esercitata non è stata del tutto efficace.

Il Regolamento Comunale di Polizia Urbana, in vigore a Borgosatollo dal 2011, all'art. 41, comma 1, così recita:

I cani, a tutela della incolumità pubblica e privata, devono essere sempre condotti, salvo che nei luoghi loro espressamente destinati, al guinzaglio e anche muniti di museruola nei casi previsti dalle norme di legge. Il guinzaglio non deve essere di lunghezza superiore ai due metri, salve diverse disposizioni a livello nazionale.

Chiediamo con insistenza al Sindaco e soprattutto al Comandante della Polizia Locale di far rispettare quanto prescritto, di intensificare i controlli e di sanzionare i trasgressori che, purtroppo, dati i tempi che tutti stiamo vivendo, non ci sono solo sulle strade, ma anche nel tessuto urbano, che forse merita di essere vigilato con maggior cura e attenzione.


Mi riferisco anche ai casi di abbandono di animali di casa, risultati nel tempo sgraditi o malati... o dei gatti lasciati in prossimità di colonie. 

Mi riferisco anche a svariati episodi di uso improprio o illecito di veleni, uno per tutti quello segnalato con

ESPOSTO all'Ufficio Ecologia 29 Aprile 2017:

All'Attenzione del Dr. Mazzali

Le devo segnalare che nei pressi della Posta, lungo la stradina interna che la costeggia a sinistra, dove ci sono dei vasi con piante, è stata sparsa per un lungo tratto adiacente al muro una polvere bianca
Si tratta di deltametrina, una sostanza commercializzata dalla Bayer che si usa come veleno per gli insetti e gli artropodi. 
Il prodotto è altamente nocivo anche solo se inalato o annusato, peggio ancora se viene a contatto della pelle o ingerito, nel qual caso può anche portare alla morte per paralisi del sistema nervoso o per edema polmonare
Dalle informazioni che come Associazione abbiamo raccolto l'autrice sarebbe una certa Signora Ottolini che abita nella corte di Via Dante 2 e che ha un edificio che confina con la stradina e che sostiene che ha gli scarafaggi in casa che proverrebbero da quella zona. 
Mi limito a commentare che quello è suolo pubblico e che la sua pratica è vietata dalla Legge e dai Regolamenti anche Comunali. 
Aggiungo che nella zona esiste la Colonia Posta, che ha avuto gatti morti in questo periodo, ultima una gatta che stava allattando dei cuccioli. Inoltre la Posta è frequentata da adulti con bambini che potrebbero giocare su quella stradina. Io ho già avvertito della pericolosità della cosa il popolo di Facebook che ci segue come Associazione e che ormai ammonta a più di 500 iscritti. Ma ovviamente non ho nessuna autorità per intervenire in un simile episodio, A me resta solo di segnalarlo a Lei che è il nostro referente, perchè provveda a far intervenire l'autorità pubblica competente onde dissuadere questa Signora a persistere in tale vietato comportamento. 
f.to Giovanni Portesi, A-MICI DI ROMEO. 

Le permetrine o piretroidi sintetici sono altamente tossici per noi e spesso letali per i gatti...
il loro avvelenamento è legato al deficit felino di enzimi preposti alla detossificazione dei piretroidi. 
Segnalo che per i trattamenti anti-zanzare, esistono equivalenti alternative e non solo nelle naturali piretrine.
Da non esporre in superfici pubbliche o private sono tutti i veleni: 
topicidi scoagulanti, polveri o liquidi tossici, quali l'antigelo per auto...

Il loro uso ha generato vari episodi di gatticidioper i quali siamo intervenuti con la

LETTERA APERTA 4 Ottobre 2017 riportata anche dalla stampa:
  gatti
                                  

                   
Alle Autorità Civili: Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale
Alle Autorità religiose: Parroco e Collaboratori
Alla Cittadinanza tutta 

Nel nostro primo anno di attività nel paese, abbiamo toccato con mano che il trattamento degli animali da parte di una fetta di popolazione non è degno della nostra civiltà umana, laica o religiosa che sia.

Alludiamo alla diffusa piaga del gatticidio, perpetrata attraverso la pratica della cattura con gabbie-trappola seguita da successivo annegamento, e quella dell'avvelenamento con esche sempre più sofisticate come insetticidi e liquidi antigelo.

L'uccisione così vile e barbara di indifesi esseri viventi ferisce il cuore delle famiglie che li hanno adottati nelle loro case per compagnia e affetto.

E' un'offesa alla Vita e, per i credenti, al suo Creatore, che non per caso li ha messi  su questa terra raccomandandoci di custodirla con tutti i suoi abitanti, così come ben argomenta Papa Francesco nella Sua Laudato si': noi siamo temporanei custodi e non padroni assoluti della vita e della morte.

E' un reato penale per la legislazione italiana.

Nell'esprimere più volte la nostra condanna, noi usiamo tutti i piccoli mezzi a nostra disposizione per prevenire e contenere il fenomeno.

Ma abbiamo anche sentito il bisogno di  chiedere alle autorità civili e religiose del paese  di condividere il nostro sdegno e, tramite i loro consueti canali di comunicazione formativa ed informativa, di supportarci in questa che è anzitutto un'opera educativa e di crescita della coscienza morale e civile delle persone e della comunità.

Confidando che il nostro appello sia ascoltato e accolto porgiamo i più cordiali saluti.


                                                                    IL CONSIGLIO DIRETTIVO

  
A seguito di questo nostro intervento c'è stata la diffusione della seguente locandina da parte del Comune:                                              

 

Comune di Borgosatollo

PER UNA CIVILE E RISPETTOSA CONVIVENZA 

TRA ESSERI UMANI E ANIMALI NEL NOSTRO TERRITORIO:

IL DECALOGO DA CONOSCERE

1.  I più diffusi animali d'affezione o compagnia sono CANI e GATTI, tutelati e protetti da Leggi e Regolamenti europei, nazionali, regionali e comunali.
Pertanto, anche se non li ami, rispettali!

2. Quando porti a passeggio il tuo CANE, soprattutto se di grossa taglia e potenzialmente pericoloso per le  persone e gli altri animali, tienilo sempre a regolare guinzaglio. Se non lo fai, sappi che sei soggetto alle ammende previste dal Regolamento Comunale! E, ugualmente, salvo impedimenti fisici (cecità o altro), raccogli quando sporca!

3. Sul nostro territorio ci sono 10 COLONIE FELINE censite dalla Regione, registrate in Comune e gestite    da Volontari Referenti: porta rispetto a loro ed ai gatti che accudiscono! La legge riconosce il loro ruolo e tutela i diritti dei gatti di strada non diversamente da quelli da abitazione.

4. Il MALTRATTAMENTO degli animali è un reato punito dal Codice Penale con l’arresto fino a 18 mesi ed    un’ammenda fino a 30.000 Euro.

5. L’ABBANDONO è punito con l’arresto fino a 1 anno ed un’ammenda fino a 10.000 Euro.

6. L’ANIMALICIDIO (l'uccisione non necessaria) è severamente punito con l’arresto fino a 2 anni.

7. La detenzione di GABBIE-TRAPPOLA e di VELENI per uccidere animali è vietata. Farne uso è un crimine  punito con pene ed ammende proporzionate al caso. Considera piuttosto che, se un animale ti reca fastidi o disturbo, ci sono tanti modi per tenerlo lontano rispettandolo!

8. Se trovi un animale ABBANDONATO e/o FERITO, rivolgiti alla Polizia Locale (030/2507207 o 348/3575786) o al Canile Sanitario ATS Brescia (030/3838452-454; canilesanitario@ats-brescia.it) o chiedi consiglio ad una Associazione sul cosa fare.

9. DENUNCIA sempre chi abbandona, maltratta o uccide animali. 
Ci sono appositi MODULI (scaricabili da Internet) da compilare e portare a Polizia o Carabinieri. 
Se vuoi assistenza in merito, rivolgiti al Comune o alle Associazioni.

10. Ricordati che a Borgosatollo, oltre all’Ufficio Ecologia (030/2507215) ed alla Polizia Locale (030/2507207 o 348/3575786) da contattare in ogni caso,  è operativa l’Associazione Volontari “A-MICI DI ROMEO" , rintracciabile su Facebook come Pagina e Gruppo A-mici di Romeo Borgosatollo & Dintorni o alla Mail: gianniportesi@gmail.com o al numero telefonico 347- 2522156.
Questo può essere l'inizio di una campagna di educazione della popolazione...da portare avanti nel tempo anche ad altri livelli, coinvolgendo la Biblioteca e le Scuole attive sul territorio.

Ma ad essa deve affiancarsi l'opera della Polizia Locale quanto a maggiori controlli ed a sanzioni dei trasgressori.

Stante tutto ciò, la nostra valutazione complessiva sulla tenuta degli animali di casa, sul comportamento dei proprietari privati e sugli interventi pubblici in materia è insufficiente. 




4. Monitoraggio degli animali di strada/colonia
  
4a. Colonia felina: proprietà e responsabilità


Vorrei anzitutto chiarire chi è il proprietario responsabile del buon trattamento dei gatti randagi o abbandonati e in colonia.

Buon trattamento...cioè anche le colonie, come i gatti di casa, vanno nutrite e curate per legge... è maltrattamento anche solo non fornire gli animali dei mezzi di sostentamento o delle cure necessarie al loro benessere.

Se un animale, sia gatto che cane, non ha un proprietario privato, ma è palesemente un randagio, cioè senza casa, o un vagabondo perchè abbandonato, la proprietà, che sempre c'è in ogni cosa, è automaticamente pubblica, come per tutta la fauna selvatica che è PATRIMONIO INDISPONIBILE DELLO STATO

Con un'evidente differenza di trattamento: caprioli e cervi, orsi e lupi, ad esempio, sono seguiti e curati dal Corpo Forestale dello Stato(oggi Comando Unità Carabinieri per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare) che provvede a monitorarli ed anche a nutrirli in caso di carenza alimentare come spesso capita d'inverno, 
mentre cani e gatti sono lasciati al volontariato dei cittadini, informale o costituito.
Questi cittadini di buon cuore svolgono pertanto un ruolo di supplenza
in presenza di un proprietario statale spesso distratto... che fa leggi e regolamenti ma poi fatica ad applicarli.

Lo Stato esercita la sua proprietà attraverso il governo e l'amministrazione ai vari livelli: centrale, regionale, provinciale, comunale. Dunque il Presidente del Consiglio, della Regione, della Provincia ed il Sindaco sono le persone responsabili, nei loro ambiti e territori, del buon mantenimento del Patrimonio pubblico, di cui la fauna è parte cospicua e integrante.

                                                                      
In particolare, sul Sindaco del Comune di appartenenza, quale autorità sanitaria e organo locale monocratico dello Stato (Testo unico 267/2000),  incombe la responsabilità della fauna esistente sul territorio da lui amministrato
perciò egli dovrà garantirne la cura, la sopravvivenza e la sterilizzazione vietando (anche a se stesso) qualsiasi forma di maltrattamento  (Legge quadro 281/91).

Per maltrattamento s'intende anche privarli del nutrimento, impedirne il riparo o spostarli dal loro insediamento, salvo comprovate e documentate esigenze sanitarie.

Proprio per questo il Consiglio di Stato Sezione III, con Sentenza n. 883/1997, ha precisato che nessuna norma di legge nè statale nè regionale può far divieto di alimentare gatti randagi nel loro habitat, sia esso luogo pubblico o privato, trattandosi di specie protetta.      

L'autorità, che accerta e censisce una colonia felina, è la Regione, che la esercita attraverso il Veterinario Provinciale. 
Questi, su richiesta di chiunque, fa un sopralluogo, verifica l'esistenza della colonia e redige un verbale di accertamento, del quale fornisce copia al Comune ed al Sindaco per le sue competenze e responsabilità, copia alla Regione per il censimento, 
copia al richiedente individuato come persona Referente della colonia.

Per colonia felina si intende qualsiasi gruppo di 2 o più gatti che coabitano nel medesimo territorio e frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato o habitat, dove svolgono le loro funzioni vitali grazie alle cure di un Referente.

Il Referente quindi non è altro che un privato cittadino che si è volontariamente preso cura della colonia, compresa l'attività di sterilizzazione, fondamentale strumento di lotta al randagismo. 
Egli pertanto non ha nessun potere legale nè altra responsabilità, che sempre ricade sull'autorità pubblica.
La sua attività va condotta nel rispetto dei luoghi e delle persone, cercando di recare il minor disturbo possibile. 
Al fine dell'alimentazione e della cura della colonia, a lui è consentito l'accesso a qualsiasi area di proprietà pubblica o privata, previo accordo con la proprietà e nel rispetto delle norme igieniche.

Sottolineo che, poichè la legge riconosce ai gatti il diritto di muoversi liberamente sul territorio quale specie protetta,  e fa espresso divieto di  maltrattarli o spostarli, ne discende che la loro permanenza in aree pubbliche o private o condominiali, siano esse giardini, cortili o garage, è assolutamente legittima, così come la presenza degli uccelli sugli alberi.

Del pari è legittima e benemerita l'attività del Referente volontario, che garantisce (oltre all'igiene dei luoghi) animali ben trattati, in buona salute e controllati dal punto di vista demografico e sanitario.
                
Una volta censita, la colonia, attraverso l'ATS Veterinaria, può usufruire della sterilizzazione gratuita, ma non altro:

gli alimenti, i farmaci, le visite e le analisi strumentali, i test fiv-felv, le vaccinazioni, l'eutanasia... vanno a gravare sul portafoglio del cittadino di buon cuore.
                                       
Se improvvisamente i volontari di tutto il Paese smettessero di svolgere questa quotidiana attività, che garantisce il benessere degli animali e la salute pubblica, che cosa succederebbe?
                                                    
Lo Stato è uno strano proprietario:

Con le sue leggi prescrive che i cittadini trattino bene i loro animali... 
e lui è il primo a non curarsi dei suoi in prima persona  
e a demandarne la cura ai Volontari ed alle Associazioni di volontariato...  con la pretesa che esse si autofinanzino... 
senza prevedere dei contributi obbligatori...sgravi fiscali(salvo il 5°%).                              
E, per quanto sia pacifico che un volontario che vuol bene agli animali sia preferibile ad un impiegato comunale, 
ciò non esonera le Amministrazioni dal riconoscere questa attività non solo formalmente ma anche economicamente.
                                                     
Non convince la risposta pubblica basata sul fatto che non ci sono i soldi... perchè sappiamo tutti che ci sono, pochi o tanti che siano. Dipende piuttosto da come e per cosa sono spesi, 
qual è la scaletta delle priorità
Un esempio puramente casuale: se decido che la priorità è lo sport e spendo 500.000 euro per il rifacimento del tappeto del campo di rugby, dirò alla casa di riposo che ho pochi soldi ed alle associazioni pro animali dirò che di soldi per loro non ne ho affatto. 
In questo caso la scelta politico-amministrativa è chiara: la pratica dello sport giovanile precede la miglior cura degli anziani e, ancor di più, il benessere degli animali.
    
Mentre noi pensiamo che la vita, in tutte le sue forme, e soprattutto se debole e indifesa, va rispettata sempre, se non amata; quindi pensiamo che le risorse per questo vadano trovate sempre.

Un esempio per tutti:

A Montelupo, in Toscana, provincia di Firenze, la sera del 22 marzo scorso  un gatto è stato trovato ferito sul ciglio di una strada, probabilmente investito da un automobilista che non si è fermato per soccorrerlo, come imporrebbe la legge.       
Il micio è stato portato all'ospedale veterinario Leonardo da Vinci a Sovigliana e sottoposto alle cure necessarie. A pagare il conto di 185 Euro sarà il Comune di Montelupo. E' quanto stabilisce la Legge Regionale n. 59 sulla tutela degli animali. In particolare, viene specificato che "il responsabile di un animale ha l'obbligo di garantirne la salute ed il benessere, di provvedere alla sua sistemazione e di dedicare cure ed attenzioni adeguate secondo le necessità".         
Nel caso in cui l'animale non abbia microchip che possa far individuare il proprietario, la responsabilità ricade sul Sindaco del Comune, come per tutti gli animali randagi o abbandonati esistenti sul territorio comunale.                                    Consapevole di questa normativa, lo scorso anno l'amministrazione comunale ha stipulato un accordo quadro con due cliniche veterinarie della zona.

A Trieste e in altri Comuni friulani si fa ancora di più:


A Trieste scatta il “bonus animali” per i padroni in difficoltà

Istituito un fondo per assicurare cure veterinarie gratuite a chi perde il lavoro o vive con la pensione minima. E una volta al mese arrivano scorte di crocchette.
I bonus municipali
Il Comune ha istituito un fondo che consente ad anziani con la pensione minima, cassintegrati e cittadini con Isee pari a zero, di ricevere dei buoni che, esibiti nella sede dell’Enpa, danno diritto a cure mediche e vaccinazioni gratuite. Chi ha i requisiti deve presentarsi con la necessaria documentazione all'Ufficio Zoofilo comunale, che consegnerà poi il ticket da mostrare al personale della struttura veterinaria convenzionata. Il fondo municipale al momento conta su un budget di 15mila euro, ma viene rifinanziato ciclicamente. 
Gli aiuti per over 65
I residenti nel comune di Trieste che hanno compiuto i 65 anni d'età e sono in possesso della Carta d’argento - attraverso la quale l’assessorato alle Politiche sociali consente di accedere ad una serie di sconti e agevolazioni in catene della grande distribuzione, esercizi commerciali, studi professionali e servizi di varie tipologie -, hanno diritto anche ad uno sconto dal 5 al 15% negli studi veterinari convenzionati con il Municipio. 
Lo stesse ente, inoltre, mette in campo anche un contributo mensile di 50 euro per chi adotta uno dei cani anziani, sopra i 7 anni di età, ospitati nelle strutture convenzionate. Dai canili, infatti, vengono adottati con più facilità cuccioli ed esemplari giovani. «Il nostro obiettivo è agevolare l'adozione dei cani non più giovanissimi e che spesso necessitano di maggiori cure - spiega Michele Lobianco, assessore comunale con delega all'Ufficio zoofilo. - Il fondo di supporto ai proprietari di gatti e cani in difficoltà economiche, invece, fa parte di una rete di attenzioni pensate per fungere da deterrente all'abbandono degli animali e al randagismo».
Le borse della spesa
Alle iniziative messe in campo direttamente dal Comune si affianca ora anche il progetto del Banco italiano zoologico - Balzoo. 
Grazie al patrocinio del Municipio la onlus, che periodicamente nel negozio Maxi Zoo di Valmaura promuove raccolte di cibo per cani e gatti, consegna ai triestini che hanno un modello Isee inferiore ai 6mila euro il cibo per il loro animale. 
Le distribuzioni avverranno ogni ultimo sabato del mese dalle 9.30 alle 12.30 in via Campanelle 92. 
«L’iniziativa nasce per aiutare chi per problemi economici e non riesce più a mantenere il suo amico a quattrozampe - spiega Francesca Sponza, referente locale del Banco italiano zoologico -. Chi è interessato ad usufruire del nostro supporto, si può presentare nelle stesse giornate e negli stessi orari in cui avviene la distribuzione del cibo portando una copia dell'Isee e del suo documento di identità». 
«Sostengo con impegno chi raccoglie prodotti alimenti per le persone indigenti, - spiega Lorenzo Giorgi che, come assessore al Volontariato, ha concesso il patrocinio - ma ritengo che per chi ha dei problemi, l'animale rappresentati un importante aiuto e dunque è bene dare un supporto anche in tal senso». 
Giorgi chiarisce anche l’intenzione di aiutare la onlus a trovare un punto d’appoggio in una zona più centrale della città, che consenta a chiunque di portate del cibo per cani e gatti da distribuire tra le persone in difficoltà economiche. Tra gli aiuti, infine, vanno citati anche quelli forniti da alcune associazioni di volontariato che, nelle borse della spesa fornite a molti anziani in condizioni di indigenza, oltre a pane e latte, mettono anche qualche scatoletta di cibo per cani e gatti.

Lo stesso dicasi di paesi lombardi come Peschiera Borromeo, nel cui Comune esiste un Ufficio Diritti Animali, cogestito con l'Associazione locale "Qua la zampa", che si occupa di anagrafe canina e felina, microchip, animali persi e ritrovati, cimitero per animali, rifugi e ricoveri, tutela e acquisto di cibo e medicinali per le colonie feline, alle quali è dedicata parte del

Regolamento Comunale per il benessere degli animali:


TUTELA DELLE COLONIE FELINE

Le colonie feline sono tutelate dalle leggi dello Stato, della Regione Lombardia e del Comune di Peschiera Borromeo. 
La Legge 281/91 (“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”), approvata nell’agosto 1991, parla chiaro. Riportiamo qui parti dell’articolo 2, che tratta (anche) di colonie feline:
- Art. 2 comma 7: è vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà;
- Art. 2 comma 8: i gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall'autorità sanitaria competente per territorio e riammessi nel loro gruppo;
- Art. 2 comma 9: i gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili;
- Art. 2 comma 10: gli enti e le associazioni protezionistiche possono, d’intesa con le unità sanitarie locali, avere in gestione le  colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza.
Le leggi regionali prevedono spesso ulteriori norme per la tutela dei gatti liberi. Quella della Lombardia (L.R. n. 16/2006), all’art. 9 – Protezione dei gatti, dice:  “I gatti che vivono in stato di libertà sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat, salvo interventi autorizzati da Comune o ASL nell’interesse della tutela degli animali stessi. Per habitat di colonia felina s’intende qualsiasi territorio o porzione di territorio, urbano e non, edificato e non, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero di soggetti che la compone o che sia o no accudita dai cittadini. L’ASL d’intesa con i Comuni e con la collaborazione delle associazioni provvede a censire le zone in cui esistono colonie feline. La cattura dei gatti liberi è consentita solo per la sterilizzazione, per le cure sanitarie necessarie per il loro benessere. I gatti sterilizzati e identificati con apposito contrassegno sono reimmessi nella colonia di provenienza e nel loro habitat”. Le sanzioni previste vanno da 50 a 300 euro.
Il “Regolamento Comunale per il benessere degli animali e per una migliore convivenza degli animali con la collettività umana” del Comune di Peschiera Borromeo, all’art. 33 (“Colonie feline e gatti liberi”), afferma che:
1. Le colonie feline sono considerate dal Comune “patrimonio bioculturale” e sono pertanto tutelate. Il Comune, nel caso di episodi di maltrattamento, si riserva la facoltà di procedere a querela nei confronti dei responsabili secondo quanto disposto dal Codice Penale.
2. Le colonie feline che vivono all’interno del territorio comunale sono censite dall’Azienda Sanitaria Locale e dall’Ufficio Diritti Animali Comunale, con la collaborazione delle Associazioni, dei gattari e dei cittadini. Tale censimento deve essere periodicamente aggiornato sia al riguardo del numero dei gatti sia in merito alle loro condizioni di salute.
3. Le colonie feline non possono subire maltrattamenti né possono essere spostate dal luogo ove abitualmente risiedono; eventuali trasferimenti potranno essere effettuati in collaborazione con l’Ufficio Diritti Animali Comunale, la competente Unità Operativa della ASL della Provincia di Milano 2 e la competente Associazione animalista, ed esclusivamente per la loro tutela o per comprovate e documentate esigenze ambientali/ territoriali o sanitarie.

4. E’ vietato a chiunque ostacolare od impedire l’attività di gestione di una colonia felina o di gatti liberi nonché asportare o danneggiare gli oggetti utilizzati per la loro alimentazione e cura (ciotole, ripari, cucce, ecc.).
5. E’ vietata la soppressione dei gatti che vivono in stato di libertà fatto salvo quanto previsto dall’art. 11 della LR 16/06.



4b. Le colonie feline censite nel territorio di Borgosatollo

                               
Sono 4 i nuclei storici da cui sono originate (per sradicamento in seguito a fatti traumatici: ristrutturazioni, mutamenti del territorio, cambi di proprietà ecc.) le attuali colonie feline di Borgosatollo:

1. Piazza Castello, il cui intervento edilizio iniziò nel 2006... ed il conseguente esodo felino ha generato/incrementato le Colonie Posta, Castello, 1°Maggio;
2. Borgo Antico di Piffione, il cui intervento datato 2010 ha causato un' imponente fuga di gatti, che sono andati a costituire la Colonia ex-Paperotto/Coda Alta; 
3. L'attuale Cascina Scaroni, che con il cambio di proprietà ha determinato il ripiego dei felini in Colonia 1°Maggio;
4. La Cascina Latteria, che per i lavori di ristrutturazione di questi anni ha alimentato le due Colonie Gorgone.

Nel corso del 2017 delle 10 censite, ne abbiamo contattato (tramite i Referenti) e visitate 8 a cui abbiamo dato dei nomi identificativi: 
1.Primo Maggio,presso l'omonimo parco e condominio Magnolia;
2.Posta, presso la corte attigua;
3.Belloguardo, in via Belleguardello(dopo il Cimitero);
4.Chiesa, in corte privata(davanti alla Chiesa);
5.Gorgone 2, in via Molino Vecchio(dopo il Campo Sportivo);
6.Vivaldi, in fondo alla stessa via(prima del Laghetto del Cigno);
7.Gorgone 1, in via Molino Vecchio(a fianco della Pizzeria);
8.Santissima, in corte privata(prima del Centro Arcobaleno). 

Per le rimanenti 2 ciò non è stato possibile: la Colonia Foscolo perchè la Referente non è rintracciabile in nessun modo; 
la Colonia ex-Paperotto perchè non  ci è consentita alcuna collaborazione in questo senso. 
I relativi dati in nostro possesso quindi sono il frutto di un'inchiesta indiretta e sono da prendersi con il beneficio d'inventario.
                        
Delle 8 visitate in più occasioni,
6 presentano una situazione di normalità: l' attività di sterilizzazione dei felini presenti è completata e la loro cura è complessivamente buona; 
per le altre 2 invece abbiamo riscontrato delle criticità.

Riguardo alla Colonia Posta, non erano state sterilizzate 2 femmine. 
Una (Bianca) che già allattava è stata trovata morta presumibilmente per incidente, e quindi si è provveduto a nutrire i cuccioli che, una volta svezzati, sono stati tutti affidati, grazie alla collaborazione privata di Albina Degiacomi.
L'altra (Nerina) è stata monitorata periodicamente fino alla comparsa dei suoi 2 cuccioli. Ma al terzo mese pure lei è stata trovata morta per incidente stradale, ed al quarto è morto uno dei due cuccioli, presumibilmente per debolezza immunologica.
Successivamente sono morti altri 2 felini per cause naturali: tumore ed insufficienza renale. Pertanto attualmente la colonia conta 3 unità: due maschi ed il cucciolo sopravvissuto.

Riguardo alla seconda, la Colonia Gorgone 1, degli 11 gatti presenti, soltanto 4 erano state sterilizzati, 7 non ancora. 
Con il risultato che ben 4 femmine avevano già partorito ed erano in pieno allattamento. 
I cuccioli avrebbero dovuto essere 11, ma da sopralluoghi effettuati da Albina alcuni sono stati trovati morti, mentre 5 vivi, di cui uno ancora allattato dalla mamma. Degli altri 4, uno è ulteriormente morto. I 3 sopravvissuti dopo svezzamento, cure  e stallo sono stati tutti affidati. 
Intanto, si è portata avanti l'opera di sterilizzazione dei 7 felini sopra citati, con particolare attenzione alle femmine. Attualmente ne rimane da sterilizzare soltanto una, particolarmente difficile da catturare.   
La colonia è comunque costantemente monitorata e adeguatamente supportata, anche per le pregresse e croniche manifestazioni infettive di alcuni soggetti.
Ultimamente risulta scomparso un altro gatto, per cui attualmente la colonia conta 10 unità: 6 femmine e 4 maschi. 

Prima di fornire i dati completi di tutte le colonie, premetto qualche osservazione:

1a. Si tratta di dati elastici, suscettibili di cambiamenti mese dopo mese... sia per le morti naturali e artificiali (incidenti, avvelenamenti, catture ecc.)... sia per le news entrys di gatti abbandonati e che trovano cibo nell'habitat coloniale... anche se con tendenza al ribasso.

2a. La stessa campagna di sterilizzazione, ormai quasi completata, sta dando i suoi frutti e ci evita il triste fenomeno delle cucciolate e tutto ciò che ne consegue.

3a.  Registriamo però il fatto che l'ATS Veterinaria di Brescia, buona per tanti aspetti, si limita alla sterilizzazione gratuita ma programmata in tempi lunghi e in modo rigido (che mal si combina con le difficoltà della cattura). 
Ed inoltre non fa altro, come test e indagini diagnostiche, fornitura di farmaci e quanto serve alla buona salute degli animali sterilizzati.
Anche perchè la cura della colonia non finisce con la sterilizzazione come sembra pensare la nostra ATS...anzi comincia proprio dopo.

4a.  Registriamo altresì il fatto che l'Amministrazione Pubblica non destina risorse nè in contributi nè in cibo per l'alimentazione quotidiana degli animali... 
che è lasciata totalmente sulle spalle dei Volontari... 
ed al buon cuore di pochi generosi cittadini.

5a. Lamentiamo infine la mancanza sul territorio di un Regolamento specifico e di un Ufficio Tutela Animali che, 
se cogestito con le Associazioni, può essere praticamente a costo zero, 
ma può sostenere e agevolare l'attività dei Volontari 
ed essere un servizio utile per i cittadini.

Per tutto quanto esposto,
pur riconoscendo che l'Amministrazione Comunale in carica ha il merito di essere storicamente la prima a porsi e ad affrontare la questione animale in questo paese
e di avere un  costante  dialogo con Noi,
la nostra VALUTAZIONE COMPLESSIVA sul trattamento degli animali nel Comune di Borgosatollo è  
 INSUFFICIENTE. 
   

Sulla base dei dati noti al Comune ed a Noi, 
allego

MAPPA DELLE COLONIE FELINE CENSITE
NEL COMUNE DI BORGOSATOLLO AL GENNAIO 2018

CODICE Regionale NOME Identificativo INDIRIZZO APERTA dal N.°UNITA'  REFERENTE
                                                                                   TOT. ST. NO

1. 30 20 3019 CODA ALTA expap.  via Brescia,4  2010-16  10 10 Brioni Gianpiera

2. 30 20 3380 PRIMO MAGGIO     via Santissima 2000-11 10  10  Portesi Giovanni
                                                               via Verdi           2009         2    2  Portesi Giovanni
                                                               piazza Castello 2011         2    2  Portesi Giovanni

3. 30 20 4181  FOSCOLO               via Foscolo,9    2012         5    5   CapiluppiLoretta

4. 30 20 6016  POSTA         via Molino Vecchio,12 2012        3    3 Troisi Francesca
                                                                                                                    Pinardi Pierbattista

5. 30 20 6465 BELLOGUARDO via Belleguardello   2012     10  10   Ferrari Luisa

6. 30 20 7622   CHIESA          via IV Novembre,13 2012       5    5     Troisi Anna

7. 30 20 9146 GORGONE 2 via Molino Vecchio,184 2013      4    4 Bolpagni Alessandro

8. 30 20 9464  VIVALDI                 via Vivaldi           2015      3    3  Muzzolini Andrea

9. 32 61 3646 GORGONE 1 via Molino Vecchio,194  2016        10   10 Scalvini Fabiana  

10.32 61 3971 SANTISSIMA   via Santissima,38     2016      3   3 Paterlini Adriano

11.            S.CHIARA       via S.Chiara,33     9/2017         5   2  3 Agliardi Agnese
                                                                                                                       Tel. 030-2702123    333-8517011

12.           CASE SPARSE       via Roma            11/2017    13  6  7 Roversi Giuseppe
                                                                                                                                             Delia  Tel. 030-2501266

13.            S. FRANCESCO  via S.Francesco    1/2018      10     10 Pluda Mrosa


                                                                                                       TOT.   95 75  20




NOTA FINALE:

Riguardo ad ulteriori colonie non censite
fino ad oggi ci sono giunte notizie di 3:

1a. SANTISSIMA DUE, nei pressi dell'omonima Chiesetta, 3 unità.
2a. IV NOVEMBRE, n.160, zona UBI Banca, 3 unità.
3a. COLOMBINA, via Roma 129, Sig.a Agnese, 4 unità.


Ci avviciniamo così al numero (da Noi stimato da tempo) 
di un centinaio circa di gatti di strada/colonia sul nostro territorio.